Luigi Proietti nasce a Roma il 2 Novembre 1940, in via Giulia nel cuore della città. Una città della quale vive nel corso degli anni le trasformazioni, i drammi, nonché la straordinaria capacità di rinnovamento, di recupero. Una città che gli somiglia come una madre somiglia al proprio figlio. Una città mai rinnegata, di cui continua a rappresentare gli umori e la memoria. Se la teatralità è anche espressione di un territorio, Gigi Proietti è una delle incarnazioni più compiute della teatralità. Nei primissimi anni, nell’immediato dopoguerra, con la famiglia si trasferisce in diversi quartieri. Dapprima vicino al Colosseo, poi al Tufello, poi all’Alberone. Il suo apprendistato umano avviene tra la scuola, la famiglia, la parrocchia. All’epoca l’oratorio è luogo di aggregazione per eccellenza. Proprio qui rivela un istinto verso il gioco della rappresentazione. Insieme ad una non comune predisposizione alla musica.
1960
L’incontro col teatro avviene in ambito universitario. Dopo li liceo classico si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene circa sedici esami... "Non vi preoccupate (dice lui) non mi sono laureato."
All’inizio degli anni sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele al normale corso di studi. Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza. Tra questi, Giancarlo Cobelli, che insegna mimica all’Ateneo e con lui ebbe il vero e proprio debutto nel novembre del 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma (ora Teatro Flaiano), con "Il Can Can degli italiani" per i quali compose le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli. Sono diventati una piccola leggenda quei dieci minuti, non undici, nei quali musicò dei versi di Ennio Flaiano. Si distingue immediatamente per la forza scenica e per la molteplicità di risorse. Nel 1964 , al suo secondo spettacolo, si ritrova nel primo ruolo importante: recita ne "Gli Uccelli" di Aristofane, dove da membro del coro viene chiamato a sostituire Paolo Poli nel ruolo dell’Upupa, facendosi subito notare dai critici del tempo. Con lo stesso Cobelli nel 1964 prende parte allo spettacolo "La caserma delle fate", e successivamente, in "Romolo il grande" di Dürrenmatt con Mario Scaccia diretto da Giuseppe Di Martino.
Nel 1965 lo Stabile di Roma costituisce la Compagnia Sperimentale. Proietti ne fa parte lavorando ne "Il mercante di Venezia" di Shakespeare con Paolo Stoppa e la regia di Ettore Giannini, nella commedia "L'Arbitro" di Gennaro Pistilli diretta da Gennaro Magliulo e ne "Il Re cervo" di Gozzi con Arnoldo Foà diretto da un giovanissimo Andrea Camilleri.
Il 1966 costituisce una prima importante svolta. Rinuncia a un ruolo nella Calandria allestita dalla gloriosa compagnia dei Giovani per entrare nel gruppo del “TEATRO DEL 101” , dal nome appunto del “teatro-cantina" di Via Euclide Turba in Prati, fondato da Antonio Calenda col quale aveva frequentato il CUT. Nella “cantina”, (non ancora “underground”), si concretizza uno degli esperimenti più vivi e convincenti del cosiddetto teatro d’avanguardia. Il “CENTOUNO” diventa un luogo dove Proietti, Calenda insieme a teatranti come Ginny Gazzolo, Piera Degli Esposti, Paila Pavese, “agiscono” verificando i propri mezzi, interrogandosi sul proprio linguaggio, seguendo l’esempio delle grandi avanguardie storiche europee. Al CENTOUNO si affronta un repertorio che va dal teatro Dada a Genet, da Vian a Brecht. Si propone altresì una nuova drammaturgia italiana. Per Proietti sono anni d’oro, nei quali affina la propria cultura e i propri mezzi tecnici con una attenzione quasi maniacale. Frutto di quest’esperienza sono spettacoli come "Direzione memorie" di Corrado Augias del quale nel ’68 interpreterà anche "Riflessi di conoscenza" con la regia di Calenda, "Le Mammelle di Tiresia" di Apollinaire. Grande successo fu "Il desiderio preso per la coda" unico capolavoro teatrale di Picasso, diretto sempre da Calenda. Proietti perfeziona sempre più la sua personale disciplina vocale e fisica confrontandosi con la musica jazz, contaminando la tecnica dell’attore con quella dei jazzisti.Lo spettacolo che lo consacra fra i più importanti giovani attori dell'epoca è sicuramente il "Dio Kurt" di Moravia allo Stabile Dell'Aquila, sempre per la regia di Calenda. Un testo di grande spessore dialettico in cui Moravia collaborando strettamente col regista e gli attori, tende alla creazione di un linguaggio teatrale puro. La scena si svolge nel teatro di un campo di concentramento. Il Kurt del titolo è un ufficiale delle SS in preda a un furore verbale ossessivo che lo trascinerà alla morte. Proietti ne dà un’interpretazione grandiosa. Lo spettacolo, portato in tournèe, ottiene ovunque un grande riscontro di critica e di pubblico. Vince diversi premi tra i quali il prestigioso Premio Saint Vincent. Nel 1964 comincia anche la sua carriera cinematografica con una particina nel primo film da regista di Ettore Scola, "Se permettete parliamo di donne", per arrivare al primo ruolo importante da protagonista ne "L'Urlo" di Tinto Brass (1968) dove come scrive Giovanni Grazzini sul Corriere della Sera: "esplode un bravissimo Luigi Proietti".
Sempre a metà degli anni '60 comincia anche la sua attività di doppiatore, viene preso sotto l'ala protettiva di Emilio Cigoli (doppiatore fra gli altri di Gregory Peck, John Wayne, Burt Lancaster) e nel biennio '66/'67 doppia ben 22 film dando la voce anche a Richard Burton, Marlon Brandon, Richard Harris, Gregory Peck. Sempre nel 1964 ha inizio anche la sua esperienza di attore in tv, nello sceneggiato "I grandi camaleonti" per la regia di Federico Zardi, ma è nel 1968 che ottiene un grande successo di pubblico e di critica ne "Il Circolo Pickwick" di Ugo Gregoretti, nella parte di Jingle, il corrispondente del Times a Roma lo definisce come "sicuramente la cosa più felice della prima puntata".
1970
Nel 1970 la svolta della sua carriera d'attore, Garinei e Giovannini, mitici autori e impresari del Teatro Sistina di Roma, vanno a vedere Gigi nel Dio Kurt di Moravia e lo chiamano per chiedergli di sostituire, solo durante le prove, Domenico Modugno nel loro ultimo spettacolo "Alleluja, brava gente!" con Renato Rascel. Pare che Modugno avesse presentato un certificato medico, ma si parlava di divergenze con Rascel co-autore con lui di tutte le canzoni della commedia. Gigi inizialmente non è convinto di questo passaggio dal teatro "serio" a quello "leggero, ma considerando di fare solo le prove, accetta. Senonchè si trova a debuttare il 23 dicembre del 1970. Da qui non tornerà più indietro. Proietti canta, balla e recita con esiti travolgenti di pubblico e critica, vincendo la "Maschera d'argento". In un teatro indubbiamente più popolare, in un circuito più ufficiale, scopre l’importanza di quell’elemento fondamentale che è il pubblico, che da allora lo riconosce come uno dei migliori attori italiani, il più completo. Alcuni lo paragonano a Gassman, di cui sembra incarnare la forza scenica, l’essere proteiforme, la naturalezza espressiva unità a un virtuosismo senza pari. Luigi Proietti a trent’anni, dopo esperienze molteplici che vanno dal teatro cabaret alla prosa classica, dall’avanguardia al musical, sembra essere il continuatore diretto della tradizione del grande attore del Novecento. Ma siamo ancora agli inizi. Contemporaneamente lavora al cinema in diversi film di successo. Nel 1970 si distingue per tre incisive caratterizzazioni (Pattume, lo stilita e la Morte) in "Brancaleone alle crociate" di Mario Monicelli al fianco di Vittorio Gassman.
Nel 1973 partecipa a uno dei film più importanti della sua carriera: "La Tosca" di Luigi Magni, rilettura in chiave romana del classico di Sardou da parte del più grande conoscitore della storia e della cultura capitolina, cast di stelle con Monica Vitti, Vittorio Gassman, Proietti e Aldo Fabrizi. Musiche del maestro Armando Trovajoli. Proprio questo film gli lascerà un regalo per la vita: la canzone che diverrà una pietra miliare nei suoi spettacoli "Nun je da' retta Roma". Nel 1974 torna in teatro ne "La cena delle beffe" di Sam Benelli per la regia di Carmelo Bene. Tra il 1973 e il 1976 si dedica anche al doppiaggio regalando al pubblico tre straordinarie interpretazioni: quella di Robert De Niro in Mean Streets, di Dutin Hoffmann in Lenny e quella di Sylvester Stallone in Rocky, suo è infatti il celebre urlo finale "Adriana!" rimasto nella memoria collettiva. Negli anni '70 decolla anche la sua carriera televisiva, è importante ricordare nel 1970 "La fantastica storia di Don Chisciotte" trasposizione per la tv dei ragazzi del celebre romanzo di Miguel de Cervantes, per la regia di Carlo Quartucci, grazie al quale conosce una figura fondamentale della sua vita e della sua carriera: Roberto Lerici, autore e scrittore. Sempre per la televisione vanno ricordati nel 1972 "Il viaggio di Astolfo" dove torna in coppia con Renato Rascel e "Le tigri di Mompracem", 1974, tratto dai romanzi di Salgari per la regia di Ugo Gregoretti dove interpreta Sandokan. Sempre nel 1974, sempre con Gregoretti, lo vediamo nelle insolite vesti di presentatore in uno show molto particolare: "Sabato Sera dalle 9 alle 10". Con "Fatti e Fattacci" nel 1975, in coppia con Ornella Vanoni per la regia di Antonello Falqui, vince il prestigioso premio Internazionale Rosa d’oro di Montreux per lo spettacolo. E proprio "Fatti e Fattacci" dove lavora ancora una volta con Roberto Lerici, sarà il preludio allo spettacolo simbolo della sua carriera. Insieme a Roberto Lerici, infatti, aveva concepito e sperimentato uno spettacolo dal titolo provvisorio"Serata" in cui era in scena insieme a una piccola orchestra. Vi era inserito un pezzo, scritto da Lerici, in cui un mago illusionista citava una formula che sarebbe diventata un titolo. "A me gli occhi" debutta ufficialmente a Sulmona su invito dello Stabile dell’Aquila nel giugno del ’76. Qualche mese dopo approda al Teatro Tenda di piazza Mancini gestito da Carlo Molfese in sostituzione di un altro lavoro. Sarebbe dovuto restare pochi giorni...vi restò per tre anni consecutivi. "A me gli occhi" a cui si sarebbe aggiunto poco dopo il conciliante "please", ottiene un successo di pubblico unico nella storia dello spettacolo del Novecento. Il Teatro Tenda nasce con l’intenzione di sdoganare il teatro dalle pastoie borghesi e dalla supponente intellighenzia, restituendo il teatro alla gente e la gente al teatro. Ci riesce in pieno proponendo una grande varietà di spettacoli, di artisti più o meno conosciuti nazionali e internazionali. Ma in Proietti e nel suo spettacolo il Teatro Tenda trova l’identificazione e il riferimento più completi. Il grande Eduardo a fine spettacolo prese le mani di Proietti nelle sue e disse:”finalmente qualcuno continua”.
"A me gli occhi" oltre ad ottenere un successo popolare enorme, in un periodo, gli anni di piombo, in cui la gente è tutt’altro che invogliata a uscire di casa, si configura come una proposta fortemente innovativa che prende le mosse da una coraggiosa riflessione sul ruolo dell’attore. Proietti recupera e rivoluziona la tradizione eroica dell’attore mattatore, tentando la coabitazione di segni teatrali diversi, all’apparenza inconciliabili. Riesce perfettamente in questo intento e inventa un personale linguaggio teatrale destinato a perdurare e a fare scuola. Gigi entra in scena con una cassa sulle spalle. La cassa, unico elemento scenografico, diventa lo scrigno della memoria dell’attore, come del suo pubblico. Nella cassa l’attore pesca casualmente e i propri ricordi diventano occasione irripetibile di gioco scenico. Il pubblico capisce al volo, sta al gioco, si diverte, si emoziona. In scena con lui, una “spalla” e un’orchestra di pochi elementi, sempre sollecitati a proporre lo stesso gioco attraverso la musica e le canzoni. Nel corso di un triennio lo spettacolo viene presentato anche in tournèe e ne vengono realizzati un disco e un video. Sempre nel 1976 esce uno dei film più fortunati della sua carriera, con uno strano successo a scoppio ritardato, "Febbre da cavallo", la storia di tre accaniti scommettitori alle corse dei cavalli e dei mille modi per racimolare soldi per giocare. Il film ebbe un esito normale all'uscita nei cinema, ma negli anni 80 e 90 grazie ai passaggi a rotazione sule tv private diviene un vero e proprio cult movie, con tanto di fan club e appassionati. Nel 1978 prende una decisione importante che si rivelerà poi fondamentale per la sua carriera e per il suo rapporto con Roma: prende in gestione il Teatro Brancaccio, il cui progetto è quello di costruire un grande spazio teatrale veramente popolare al servizio della città. Con la sua neonata società di produzione, la Tre Tredici Trentatré S.r.l., fondata nel ’77, comincia a produrre spettacoli propri e di altri artisti. La sua attività di produttore sarà continua e parallela a quella di attore e regista. La gestione del teatro Brancaccio coincide con la nascita del LABORATORIO DI ESERCITAZIONI SCENICHE DI ROMA, una scuola di teatro che in breve tempo riesce a costituire un’alternativa validissima all’Accademia Silvio D’Amico. La storia del Laboratorio si comprende in un arco di tempo che va dal’79 al’93. I cinque corsi della durata di un biennio diplomano decine di professionisti, che si distinguono nel panorama degli attori italiani per la loro preparazione e la loro versatilità. Il metodo di studio consiste infatti nel proporre all’allievo il confronto con una molteplicità di esperienze e discipline, sceniche e musicali. I docenti sono per lo più professionisti della scena attivi. Tra questi oltre a Proietti, anima e guida insostituibile, si avvicendano Sandro Merli, Annabella Cerliani, Vanna Polverosi, Paolo Panelli, Alvaro Piccardi, Arnoldo Foà, Ennio Coltorti, Virgilio Zernitz... e tantissimi altri. Oltre all’attività didattica, il Laboratorio coinvolge gli allievi in allestimenti prodotti appositamente per offrire loro un confronto diretto con la realtà del palcoscenico e con il pubblico. Proietti ne cura la regia insieme agli altri docenti. Tra questi spettacoli si ricorda in particolare un’edizione particolarissima de L’OPERA DEL MENDICANTE di J. Gay. Con questo spettacolo nel 1993 si chiude il Laboratorio.
1980
Gli anni '80 si aprono con una nuova sfida che darà il via ad un'altra importante parte della carriera di Gigi, la sua prima regia teatrale. Sceglie per questa prima volta un testo dal sicuro effetto comico, una pochade di Feydeau, "Il gatto in tasca" e si affida ad un cast d'eccezione: Ugo Pagliai, Paola Gassman e Mario Carotenuto.
Nello stesso anno è regista e interprete di una commedia musicale sofisticata di Neil Simon, "Stanno suonando la nostra canzone" che lo vede sul palco insieme a Loretta Goggi.
Dopo aver concluso con "A me gli occhi, please" un discorso sull’attore, insieme a R. Lerici amplia lo sguardo sulla teatralità e allestisce uno spettacolo che rappresenta la seconda tappa di un personale percorso teatrale. Parafrasando Shakespeare lo spettacolo si intitola "Come mi piace". In scena con lui oltre l’orchestra c’è un gruppo di allievi del Laboratorio. La formula è quella del precedente "A me gli occhi, please", uno spettacolo di “contaminazione” di stili generi, suggestioni e atmosfere, che si mescolano in dissolvenze incrociate o si sovrappongono in scarti netti. Lo spettacolo è la conferma di un modo di fare teatro che già produce diversi tentativi di imitazione più meno riusciti. "Come mi piace" viene presentato nella stagione ‘82-’83 e verrà ripreso nella stagione ’83 -’84. Sempre nel 1983 produce ed interpreta lo spettacolo "Caro Petrolini" per la regia di Ugo Gregoretti, un riuscito collage di alcune commedie petroliniane interpretate da Proietti insieme a Paila Pavese e agli allievi del suo laboratorio di esercitazioni sceniche. In questo spettacolo Proietti affronta il grande attore e drammaturgo romano presentandone un excursus attraverso scene salienti di commedie come "Gastone", "Romani de Roma", "Benedetto tra le donne", I"l padiglione delle meraviglie". Questo progetto su Petrolini si perfezionerà e troverà compimento in un prossimo spettacolo. Nel 1984 fa il suo felice debutto anche come regista d'opera lirica, viene infatti chiamato dal Teatro Verdi di Pisa per dirigere la Tosca di Giacomo Puccini. Proietti con la sua sensibilità musicale, la sua perizia scenica e la sua esperienza didattica riesce a lavorare in perfetta sintonia con i cantanti. Il successo di questa Tosca determina l’inizio di un rapporto con il teatro d’Opera che produrrà diverse altre occasioni. Questa regia segna anche l’inizio di un sodalizio artistico con Quirino Conti, scenografo, costumista, stilista, con il quale realizzerà numerosi allestimenti. Nella stagione teatrale ’84 -’85 produce e interpreta "Cyrano" di E. Rostand. La regia è firmata da Proietti e da Ennio Coltorti. Della prestigiosa compagnia fanno parte tutti gli allievi del secondo corso del Laboratorio. Lo spettacolo è magnificente e l’interpretazione di Proietti è particolarmente intensa, lo spettacolo viene riproposto nella stagione successiva in tournèe e ne viene fatta una ripresa televisiva per la RAI. Nella stagione teatrale ’86 -’87 produce, dirige e interpreta PER AMORE E PER DILETTO. Questo spettacolo porta a compimento il progetto su Petrolini nato nell’83. La struttura scenica si rivela più solida ed efficace, utilizzando stralci drammaturgici più selezionati. Proietti oltre a caratterizzare straordinariamente tutti i personaggi, rende protagonista assoluta la lingua di Petrolini. Il dialetto romano viene presentato con precisione e rivela tutta la sua forza creativa e quindi la sua modernità, senza mai diventare né slang né vernacolo. Di fatti "Per amore e per diletto" oltre a determinare un trionfo al Brancaccio, viene presentato con eguale successo anche in tournèe.
Nel giugno dell’86 dirige FALSTAFF l’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, al Grand Theatre di Ginevra. Protagonista è Ruggero Raimondi.
Nel febbraio del 1989 debutta al Teatro Sistina di Roma con I SETTE RE DI ROMA, una leggenda musicale di Luigi Magni, con musiche di Nicola Piovani, diretta da Pietro Garinei. Lo spettacolo racconta la storia e la leggenda di Roma dalle origini, di cui si presentano diverse ipotesi, fino alla fine della monarchia. Proietti vi interpreta dodici diversi personaggi con un’abilità sorprendente, si trasforma nel costume e nelle caratterizzazioni con una velocità ed una esattezza senza precedenti. Per ogni personaggio trova una verità, un tratto, una voce, una postura precisi, rendendolo così uno spettacolo unico e irripetibile. Il successo che riscuote è uniforme e assoluto e determina mesi di tutto esaurito a Roma e nelle altre città dove viene proposto nella stagione successiva. Ne vengono realizzati un disco e una ripresa televisiva per la RAI.
Nell'estate del 1989 decide dip ortare in scena un testo che aveva visto recitare da Ben Kingsley a Londra, "Edmund Kean" di Raymond Fitzsimmons, la vita del grande attore shakespeariano raccontata da lui stesso nella solitudine del suo camerino, prima della sua ultima interpretazione. Kean racconta la sua vita dai fallimenti di mimo di provincia agli onori e i successi come grande interprete scespiriano nel Covent Garden e il Drury Lane di Londra. Questo racconto è arricchito da stralci del grande repertorio di Shakespeare. Lo spettacolo viene prodotto dallo Stabile dell’Aquila e presentato al festival di Taormina Arte. Proietti ne dà un’interpretazione ineffabile per maturità, misura e intensità. Il suo Kean affronta e supera la connotazione di genio e sregolatezza e con forza riscatta la sua molteplice umanità. Il repertorio scespiriano, da lui tradotto insieme a Lerici adattando il pentametro giambico inglese con l’italiano endecasillabo, gli consente di ribadire le sue doti di grande interprete tragico.
1990
Dall’aprile del 1990 al febbraio del 1991 è impegnato in televisione per RAI 2. Cura la regia della sit-com VILLA ARZILLA ambientata in una casa di riposo. Ne fanno parte attori come Calindri, F .Fiorentini, M. Merlini, E. Crovetto, C. Boratto tra gli altri.
Nella stagione 1991 - ’92 produce, dirige e interpreta LEGGERO LEGGERO un nuovo spettacolo scritto insieme con R. Lerici. Questo spettacolo, ennesima tappa del cammino intrapreso nel ’76 perfeziona ai massimi livelli una formula che alimenta e si alimenta di infinite espressioni per raggiungere stavolta una concreta unità stilistica. Proietti inizia lo spettacolo dalla fine di quello precedente, ringrazia il pubblico che lo sommerge di richieste di bis e questa e l’occasione di ricominciare da capo in una infinita circolarità temporale. La leggerezza diventa un valore irrinunciabile e Gigi dapprima la invoca poi la raggiunge e vi si abbandona, poi la scarta e la riconquista. Lo spettacolo va in scena al Sistina di Roma e al Manzoni di Milano, ottenendo un successo di pubblico e di critica sempre più vasto. In scena con lui, oltre all’orchestra, ci sono tre ex allievi del Laboratorio. Questo è l’ultimo spettacolo scritto con l’amico Roberto Lerici che viene a mancare nel’92. Nella primavera del’92 produce e dirige COSE DI CASA di P. T. Cruciani. Una commedia che pur raccontando vicende domestiche di una famiglia tra gli anni Settanta e Ottanta, si stacca nelle forme da tanto teatro minimalista praticato oltre misura in questi anni. Protagonisti sono ex allievi storici del Laboratorio: Laganà, Cruciani, Collodel, Lupo, e Lello Arzilli nel ruolo del padre, disegnato con forza e naturalezza inimitabili.
Sempre nel 1992 uno dei suoi doppiaggi più riusciti: il genio della lampada nell? Aladdin disneyano. Nel1993 è protagonista di un film per la tv in due puntate "Un figlio a metà" per la regia di Giorgio Capitani, sarà questo il primo successo in una fiction televisiva che darà il la al sodalizio artistico con Capitani che lo porterà ad un'altra serie fotunata un paio d'anni dopo: Italian Restaurant. Giulio Broccoli, emigrato da diversi anni negli Stati Uniti in cerca di fortuna, è sul punto di tornare finalmente in Italia ma prima di partire decide di salutare il suo vecchio amico Mancuso, che gestisce "l'Italian Restaurant", un ristorante italiano a New York; ma costui lo truffa, cedendogli di nascosto il 50% del ristorante e rubandogli tutti i risparmi di una vita e il biglietto aereo per Roma. Rimasto bloccato a New York, Giulio si trova costretto a gestire il ristorante insieme e a dividere l'appartamento di cui è co-proprietario con Connie, la figlia di Mancuso tornata a New York da Los Angeles dopo la fine del suo matrimonio; tra varie peripezie Giulio riesce a risollevare le sorti del locale e a conquistare Connie e la figlia Angie(interpretata da una giovanissima Cristiana Capotondi). Nel 1995 affronta la sua quinta regia lirica. Per il Teatro dell’Opera di Roma dirige BENVENUTO CELLINI di Hector Berlioz. Quest’opera un po’ a margine dei più consueti repertori lirici, è un’ulteriore conferma di stile e cultura scenica. Eccezionale la scena del carnevale romano che fa vivere la massa del coro come un polmone pulsante senza indulgere mai a facili tentazioni folcloristiche. Nello stesso anno effettua le riprese di una nuova fiction tv: IL MARESCIALLO ROCCA con la regia di Giorgio Capitani. Lo sceneggiato partito senza troppe aspettative su rai 2 ottiene sin da subito ascolti da capogiro, arrivando nell'ultima puntata ad inchiodare davanti ai teleschermi ben 15 milioni 885mila spettatori di media con uno share del 50%. Proietti ottiene un successo personale enorme e una popolarità unica. Ne verranno realizzate altre 5 serie che avranno un riscontro sempre più ampio. Le ragioni di tanto successo sono da trovarsi nella perizia degli sceneggiatori Toscano e Marotta e dei registi Capitani e Gasparini, nella scelta felice di un cast di livello, ma soprattutto nella grande umanità e nella completezza espressiva di Proietti che rende il suo personaggio umano, vero, simpatico, controverso, antieroico. Nel dicembre del’96 scrive, produce, dirige e interpreta un nuovo recital: PROVE PER UN RECITAL. Sono passati venti anni dal trionfale A ME GLI OCCHI PLEASE del Teatro Tenda. La cassa ormai colma è stata più volte aperta, vuotata, riempita, richiusa e presa sulle spalle, per tantissime volte, di fronte a tanta gente. Ma la formula è ancora giovane e suggerisce infinite altre possibilità. Gigi stavolta parte nettamente dal pubblico, coinvolgendolo direttamente in quel momento riconoscibile per la maggior parte degli spettatori: le prove. Ovviamente è una finzione, l’attore finge di essere qualcosa cui il pubblico finge di credere. In PROVE PER UN RECITAL i piani di questa finzione si sovrappongono e si amplificano esprimendo l’unica grande verità del teatro: il rapporto ineffabile tra chi fa e chi vede. Lo spettacolo viene presentato al Teatro Olimpico dove in pochissimi giorni registra il tutto esaurito. Successivamente al Teatro Tenda Clodio di Roma. Contemporaneamente raccoglie gran parte del suo materiale scenico in un'antologia dal titolo PROVE PER UN LIBRO, dove i suoi pezzi sono contrappuntati da divertenti tentativi letterari. Questo libro verrà pubblicato l’anno successivo dalla PANINI nei Comix. Questa digressione nell’editoria comprende anche una lunga serie di sonetti di riflessione satirica sul teatro, sul costume, pubblicati periodicamente da vari quotidiani, il Messaggero soprattutto nella rubrica “Versacci”. Tutii i suoi sonetti verranno poi raccolti e pubblicati dalla sua famiglia in un libro postumo "Ndo cojo cojo" edito da Mondadori nel 2021. Nel 1997 è protagonista di una nuova fiction "L'AvvocatoPorta", un avvocato romano che vivacchia con cause da quattro soldi, suonando di notte nei night e scommettendo alle corse dei cavalli. Un personaggio opposto a Rocca, fortemente voluto da Proietti per non rischiare l'eccessiva immedesimazione nel Maresciallo divenuto ormai fenomeno sociale con tanto di richieste arrivate a Proietti di raccomandazioni nell'Arma. Nell’estate del ’98 scrive, dirige e interpreta UN NERO PER CASA, un film tv per Mediaset, dove debutta dietro alla macchina da presa. Nel Dicembre del’98 è voce recitante de LA PIETÀ (STABAT MATER CONCERTANTE) composto da Nicola Piovani con versi di Vincenzo Cerami. Concerto che verrà ripreso a Betlemme nell’aprile del ’99 e al Quirino di Roma nell’Aprile del 2000. Nel Marzo del ’99 riprende: PROVE PER UN RECITAL presentandolo all’Augusteo di Napoli, all’Olimpico di Roma e al tetro Tenda di Piazza Unità a Trieste. Lo spettacolo ottiene ovunque grande successo. Nel 1999 cura l’adattamento e la regia teatrale de IL DRAMMA DELLA GELOSIA tratto dal film di Ettore Scola. Protagonisti principali sono Pino Quartullo, Sandra Collodel, P. F. Favino. Inventa per questo spettacolo un muro di mattoni nudi e calce viva che si rompe e si frammenta rivelando ambienti fissati su trabattelli cinematografici mobili. Riesce sia nella struttura scenica che nelle indicazioni date agli attori a coniugare i segni teatrali con la materia del cinema. Lo spettacolo debutta al Magellano di Ostia e prosegue con una tournèe nelle due stagioni successive.
2000
Il nuovo millennio si apre con due spettacoli evento diversissimi fra loro: il primo è il "Socrate" con la produzione del Piccolo Teatro di Milano, Proietti offre sia come regista che come attore principale una delle interpretazioni più mature, misurate, intense della sua carriera. Le scene e i costumi sono di Quirino Conti e le musiche eseguite dal vivo sono di Nicola Piovani. Lo spettacolo debutta il 9 maggio e rimane al Teatro Strehler per un mese ottenendo un successo di pubblico e di critica molto importanti. Il secondo è "A me gli occhi 2000" primo spettacolo teatrale ad essere rappresentato in uno stadio, l'Olimpico di Roma, davanti alle 18.000 persone che riempiono la curva sud in due sere. Proietti nel riprendere il suo titolo storico, propone una somma del suo inesauribile repertorio. L’esito è unico e Proietti ottiene un successo unanime e travolgente , lo spettacolo verrà ripreso e mandato in diretta tv da Mediaset.
Nell’estate del 2000 e per le stagioni teatrali successive produce e dirige la commedia TAXI A DUE PIAZZE di Ray Cooney, con la compagnia Guidi / Baccarini. Lo spettacolo debutta al Festival di Borgio Verezzi e va in tournèè in tutta Italia con uno strepitoso successo di pubblico. Nel 2001 dopo più di vent'anni torna da direttore artistico al Teatro Brancaccio di Roma, prendendo un teatro abbandonato e facendolo diventare in pochi anni il primo teatro a Roma per gradimento del pubblico e per quota abbonati. Durante la stagione estiva cura la regia del "Falstaff e le allegre comari di Windsor" di William Shakespeare, nei pani del protagonista Giorgio Albertazzi. Nell'autuno dello stesso anno, cura la regia dello spettacolo evento "The Full Monty" musical ispirato al famoso film culto di Peter Cattaneo del 1997. Protagonisti sono due allievi del suo laboratorio Rodolfo Laganà e Giampiero Ingrassia, lo spettacolo debutta al teatro Brancaccio con grande successo.
Nel marzo del 2002 produce, scrive dirige e interpreta "io Toto e gli altri". Alle soglie dei quarant’anni di teatro Proietti perfeziona sempre di più il suo stile e le sue capacità straordinarie di attore, di affabulatore, di cantante raffinatissimo. Questo è uno spettacolo dove la memoria, artistica e personale, diventa protagonista insieme all’attore che la rappresenta. Gigi appare in scena cantando come uno scanzonato entertainer e continua rendendo vivi i suoi ricordi, la sterminata galleria dei suoi personaggi, delle sue creazioni, che riempiono lo spazio scenico come una folla, continuando a proporre una preziosa, instancabile riflessione sulla teatralità. Lo spettacolo, presentato al Brancaccio sbanca il botteghino diversi giorni prima del debutto e viene rappresentato con successo per due mesi. Nel giugno del 2002 presso il Teatro dell’Opera di Roma cura la regia del DON GIOVANNI di Mozart, la sua sesta regia lirica. In una serata evento in Piazza del Popolo a Roma, ne viene proposta una versione ridotta in cui Proietti fa da voce recitante, in sostituzione dei recitativi, raccogliendo nell'immensa piazza romana oltre 60.000 spettatori. Sempre nell'estate del 2002 è impegnato nelle riprese del sequel di Febbre da Cavallo, intitolato "La Mandrakata" che rivede insieme Proietti con Montesano ed alcune new entry come Nancy Brilli ed Emanuela Grimalda. Nel 2003 in occasione del centenario della donazione di Villa Borghese da parte della omonima famiglia alla città di Roma, nasce da un'idea di Gigi Proietti il “Silvano Toti” Globe Theatre, grazie al supporto dell'allora sindaco di Roma Walter Veltroni e della famiglia Toti. Un teatro elisabettiano copia identica del Globe di Londra, di cui Proietti sarà anche direttore artistico. Primo spettacolo in scena, è ROMEO E GIULIETTA per la regia dello stesso Proietti, grande successo di pubblico e critica, viene ripreso nella stagione invernale al Teatro Politeama Brancaccio di Roma. Nell'aprile del 2004 per festeggiare i quarant’anni di carriera teatrale torna in scena con SERATA D’ONORE al Teatro Brancaccio. Nel 2004 si occupa della regia dello spettacolo STREGATA DALLA LUNA di John Patrick Shanley, con Pino Quartullo e Sandra Collodel, che girerà l’Italia in tournèe per due stagioni. Sempre nell’anno 2004 sarà protagonista di una produzione televisiva di due puntate per Rai Uno de IL VETERINARIO con la regia di Josè Maria Sanchez, e tornerà a girare per Rai Uno, un’altra serie televisiva molto fortunata IL MARESCIALLO ROCCA 5 sceneggiatura scritta da Franco Marotta e Laura Toscano. Fra il 2005 e il 2006 firma la regia di diversi allestimenti: il più importante e riuscito è sicuramente LA PRESIDENTESSA di Maurice Hennequin e Pierre Veber versione italiana di Gigi Proietti con Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli, in scena al Teatro Politeama Brancaccio con un clamoroso successo di pubblico e critica, spettacolo che girerà in tournèe per due stagioni. QUELLA DEL PIANO DI SOPRA di Pierre Chesnot, che andrà in scena con Pino Quartullo e Sandra Collodel, al Teatro Politeama Brancaccio e poi in tournèe. LIOLÀ di Luigi Pirandello con Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri; sempre al Teatro Politeama Brancaccio e poi in tournèe. Torna anche alle regie d'opera con LE NOZZE DI FIGARO di Mozart regia lirica presso il Teatro dell'Opera di Roma. Nel maggio del 2006 dirige e interpreta MA L’AMOR MIO NON MUORE al Teatro Politeama Brancaccio, Lo spettacolo è un omaggio a Petrolini per il settantesimo anniversario dalla morte. Nel 2007 mette in scena BUONASERA (varietà di fine stagione) che debutta al Teatro Politeama Brancaccio e viene ripreso nel 2008 al Gran Teatro di Roma dove in 48 repliche farà 170.000 spettatori con il titolo di DI NUOVO BUONASERA. Lo spettacolo nella stessa estate gira in diverse piazze d’Italia riscuotendo sempre consenso di pubblico. Sempre nel 2008 gira l'ultimo capitolo della fortunata serie del Maresciallo Rocca intitolato IL MARESCIALLO ROCCA E L’AMICO D’INFANZIA con Giancarlo Giannini sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano,per Rai Uno. Riscuotendo l'ennesimo successo di pubblico e critica. Nel 2009 torna nuovamente sul grande schermo interpretando un episodio del film UN'ESTATE AI CARAIBI regia di Carlo Vanzina. Nello stesso anno firma la regia lirica del NABUCCO di Giuseppe Verdi, al Teatro Verdi di Salerno, con la direzione musicale del maestro Daniel Oren. Nello stesso anno torna protagonista al teatro Sistina con DI NUOVO BUONASERA, spettacolo che riprenderà anche l'anno seguente per il grande successo.
2010
Nel 2010 interpreta la vita di San Filippo Neri nella fiction PREFERISCO IL PARADISO per la regia di Giacomo Campiotti Rai Uno. Firma la regia lirica della CARMEN di Bizet, al teatro Verdi di Salerno con la direzione musicale di Daniel Oren. Nel 2010 è fra i protagonisti del film LA VITA È UNA COSA MERAVIGLIOSA di Carlo ed Enrico Vanzina. Nel 2011partecipa al film dell'esordiente Matteo Cerami "Tutti al mare", che è un omaggio al cellebre "Casotto" di Sergio Citti del 1977. Nell’autunno dello stesso anno cura la regia de LA MOSTRA di Simona Marchini e Claudio Pallottini al teatro Ambra Jovinelli. Nell’estate del 2012 presenta nella spettacolare cornice delle Terme di Caracalla UNA SERATA CON GIGI PROIETTI con un'orchestra di 24 elementi diretta dal Maestro Mario Vicari, 10 coriste, le figlie Carlotta e Susanna e gli attori Claudio Pallottini, Loredana Piedimonte, Marco Simeoli e Virgilio Zernitz, che replicherà nell’estate del 2013. Nel 2013 è il protagonista della fiction L'ULTIMO PAPA RE per Rai Uno, sempre con ottimi risultati. Nell'aprile dello stesso anno debutta al teatro Verdi di Firenze col suo nuovo spettacolo "C'è gente satasera". In occasione del decennale del Silvano Toti Globe Theatre 2003/2013 riprenderà lo spettacolo ROMEO E GIULIETTA di W. Shakespeare con una nuova idea registica. Una grandissima partecipazione da parte del pubblico composto soprattutto da ragazzi molto giovani. Avrà anche un grosso riscontro dai tutti gli organi di informazione e consensi da parte della critica. Il 2013 lo vede anche impegnato nel doppiaggio di Anthony Hopkins in HITCHOCK, di Gandalf in LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG. Nel Dicembre del 2013 esce la sua prima autobiografia TUTTO SOMMATO… QUALCOSA MI RICORDO edito da Rizzoli con più di 70.000 copie vendute. Nel Marzo del 2014 cura la regia dello spettacolo REMEMBER ME? di Sam Bobrick con Sandra Collodel e Sebastiano Somma in scena al Teatro Golden di Roma. Tra Marzo e Aprile 2014 partecipa come giudice al programma televisivo LA PISTA in onda in prima serata su RaiUno. Nell’Ottobre del 2014 è sempre protagonista di una collection di quattro film per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE regia di Luca Manfredi con ottimi ascolti e vincitrice di tutte e quattro le puntate. Nel Novembre del 2014 riprende la regia de LA MOSTRA di Simona Marchini e Claudio Pallottini al Teatro Sistina di Roma. Sempre nel Novembre 2014 doppia il personaggio di Gandalf in LO HOBBIT – LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE. L’anno 2015 lo vede nuovamente impegnato in teatro, l’ultimo suo spettacolo dal titolo CAVALLI DI BATTAGLIA UNA SERATA CON GIGI PROIETTI per festeggiare i suoi 50 anni di carriera, iniziato con una piccola tournée per poi approdare all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Da Settembre a Novembre partecipa come giudice al programma televisivo TALE E QUALE SHOW in onda in prima serata su RaiUno. Da Settembre a Dicembre registra il proseguimento della fortunata fiction per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE 2 regia di Luca Manfredi. Nell’anno 2015 scrive il suo terzo libro DECAMERINO – NOVELLE DIETRO LE QUINTE edito da Rizzoli. Anno 2016: firma la regia dello spettacolo PAROLE PAROLE PAROLE di Adriano Bennicelli, con Carlotta Proietti e Matteo Vacca, in scena, dopo una piccola tournée, alla Sala Umberto di Roma, mentre continua ad andare in scena, sempre applauditissimo, con CAVALLI DI BATTAGLIA all’Auditorium Parco della Musica, nella Sala Santa Cecilia al chiuso e alla Cavea in estate. Nel Luglio del 2016 sale per la prima volta come attore sul palco del Silvano Toti Globe Theatre dove interpreta in maniera magistrale il “KEAN” di Raymond Fitz-Simmons curandone anche la regia, registrando il tutto esaurito per ogni replica. L’anno 2017, segna il ritorno in televisione di Gigi Proietti con il programma CAVALLI DI BATTAGLIA, uno show tutto suo che lo vedrà esibirsi nei propri “Cavalli di Battaglia”, confrontarsi con repertori inediti legati alla contemporaneità e duettare con tanti amici e colleghi del mondo dello spettacolo della televisione, del cinema e della musica che a loro volta si esibiranno nei loro cavalli di battaglia. Ma anche a Teatro continua la richiesta del pubblico del suo ultimo spettacolo CAVALLI DI BATTAGLIA, viene riproposto sia alla Cavea che alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della musica. Nell’estate del 2017, a grande richiesta del pubblico, torna a vestire i panni di EDMUND KEAN sul palco del suggestivo Silvano Toti Globe Theatre. Nello stesso anno interpreta il ruolo dello scrittore di successo Giovanni Passamonte nel film IL PREMIO, una travolgente commedia on the road che indaga i rapporti familiari fra padri, figli, fratelli e sorelle, diretta da Alessandro Gassmann. Nel 2018 arriva in tv la terza stagione della fiction per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE 3 regia di Luca Manfredi, dove nuovamente lo vede come protagonista nei panni del giornalista investigativo Bruno Palmieri, un’edizione composta da 6 episodi. Ritorna l’appuntamento con il pubblico romano con il suo ultimo spettacolo CAVALLI DI BATTAGLIA, in estate all’aperto alla Cavea, e nella stagione invernale, alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica. Nello stesso anno inizia una collaborazione con Alberto Angela come voce recitante nella suggestiva serie ULISSE: IL PIACERE DELLA SCOPERTA, 4 puntate, in onda ogni sabato sera su Rai Uno, il programma di divulgazione dedicato alla storia, all’arte e alla cultura. La poesia “C’è un paio di scarpette rosse”, recitata da Gigi Proietti nella puntata sul rastrellamento del 16 ottobre 1943, ha totalizzato circa un milione visualizzazioni su Facebook. Il 19 gennaio 2019 presenta, in diretta su Rai Uno, in Eurovisione, l’evento MATERA2019 OPEN THE FUTURE!. Un grande e unico evento di arte, musica, spettacolo, tradizione e creatività in una delle cornici più suggestive del mondo, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: è questo Matera2019, la cerimonia di inaugurazione dell'anno della città lucana come Capitale Europea della Cultura. Il quartiere dei Sassi, e precisamente Piazza San Pietro Caveoso, sarà il set naturale e artistico di una performance collettiva in cui confluiranno a Matera decine e decine di "brass band" da tutta Europa e da molte nazioni mediterranee.