Cinema

Casotto

DETTAGLIO

Anno: 1977
Titolo: Casotto
Ruolo: Gigi
Data di uscita: 28/10/1977
Produzione: Mauro Berardi

CAST ARTISTICO

Ugo Tognazzi
Mariangela Melato
Anna Melato
Luigi Proietti
Franco Citti
Jodie Foster
Michele Placido
Paolo Stoppa
Flora Carabella
Marco Marsili
Gianrico Tondinelli
Massimo Bonetti
Carlo Croccolo
Cathy Marchand
Ninetto Davoli
Clara Algranti
Julia Sebestyan
McKenzie Bailey
Catherine Deneuve
Gianni Rizzo
Gino Barzacchi
Franca Scagnetti

CAST TECNICO

Regia: Sergio Citti

Soggetto: Vincenzo Cerami

Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Sergio Citti

Fotografia: Tonino Delli Colli

Montaggio: Nino Baragli

Scene: Dante Ferretti

Musiche: Gianni Mazza

Produttore: Mauro Berardi

CRITICA

"Casotto sta qui per cabina gigante, o spogliatoio collettivo destinato ai bagnanti della domenica: vi si incontrano, vi si scontrano, o magari vi si sfiorano appena, tipi più o meno strani, più o meno comuni, dalla coppietta clandestina, che non perviene mai ad accoppiarsi, alle due spregiudicate ragazze, risolute a intrappolare un faccendiere danaroso quanto bigotto; dal baffuto prete, sempre assorto e meditabondo, che custodisce un imbarazzante segreto, ai soldati in libera uscita, dediti alle arti marziali, ma poco dotati per altri versi, fino a un'intera squadra sportiva femminile, comandata a suon di fischietto da un panciuto allenatore. Al centro della ramificata vicenda, due nonni che cercano di sistemare la nipotina, rimasta incinta, adescando un lontano parente, un tontolone provincialotto. Troveranno forse di meglio attraverso la conoscenza di Gigi, giovane romano che, come il suo amico Nando, si crede un gran dritto, ma si comporta da allocco (sarà anche per la involontaria capoociata che ha dato, e che per un po' lo spedisce nel mondo del sogni): falliti gli approcci suoi e di Nando con due poveracce, finirà probabilmente per lasciarsi incastrare dalla ingenua-maliziosa Teresina. Terzo lungometraggio di Sergio Cittì, già prezioso collaboratore di Pasolini, quindi regista in proprio (esordì molto bene con Ostia, confermando poi, con Storie scellerate, il suo notevole talento). Casotto è opera meno personale e incisiva delle precedenti: la sceneggiatura (di Citti e Vincenzo Cerami) non riesce infatti a evitare le cadenze aneddotiche, la frammentazione vignettistica, quel vago margine di futilità, che sono connessi a un certo genere di narrativa cinematografica (da Gran Hotel a Domenica d'agosto, per intendersi), e che, nel caso specifico, dovranno pure attribuirsi, crediamo, alla necessità di confezionare un prodotto largamente smerciabile. Tuttavia, il segno dell'autore si avverte, in primo luogo nella creazione di quello che è senza dubbio il personaggio più singolare: cioè il Casotto stesso, silenzioso testimone, occhiuto ma impassibile guardone, complice di piccoli inganni, protettore di effimere vite. E all'inizio come nelle ultime inquadrature, quando a parlare sono solo il vento e il rumore dei flutti, e lo sgocciolio della pioggia, che via via scioglie il breve assembramento, si colgono momenti di delicata poesia. Altrove si rileveranno, pur nella costanza di alcuni motivi profondi (il sentimento della fame, ad esempio, anche se stavolta sarà una fame più da borghesucci che da proletari, diciamo un grosso appetito), cadute di tono, fasi di stanca, episodi dispersivi. Però è da ammirare la destrezza con cui le varie storie sono incrociate e concentrate in spazio sì ristretto, talora ai limiti del l'acrobazia; ed è da sottolineare il felice amalgama di attori d'estrazione diversa tutti in ottima forma: dall'eccellente Luigi Proietti a un quasi inedito Ugo Tognazzi, a un Paolo Stoppa assai mordente, a Mariangela Melato e a sua sorella Anna, a Franco Citti (fratello di Sergio), a Ninetto Davoli, Michele Placido, Carlo Croccolo, Flora Mastroianni, Gianni Rizzo, ecc. Senza dimenticare Catherine Deneuve, fuggevole apparizione onirica, e men che mai Jodie Foster (la ragazzina di « Taxi driver»), d'una sorprendente verità nostrana nelle vesti di Teresina. Da citare, inoltre, lo scenografo Dante Ferretti e il direttore della fotografia a colori, Tonino Delli Colli. "

Aggeo Savioli, 02/11/1977 L’Unità