Cinema

Eloise, la figlia di D'Artagnan

DETTAGLIO

Anno: 1994
Titolo: Eloise, la figlia di D'Artagnan
Ruolo: Cardinale Mazzarino
Data di uscita: 24/08/1994

CAST ARTISTICO

Sophie Marceau
Philippe Noiret
Claude Rich
Sami Frey
Jean-Luc Bideau
Raoul Billerey
Charlotte Kady
Nils Tavernier
Gigi Proietti
Stéphane Legros
Jean-Paul Roussillon

CAST TECNICO

Regia: Bertrand Tavernier

Soggetto: Riccardo Freda, Eric Poindron

Sceneggiatura: Bertrand Tavernier, Jean Cosmos,Michel Leviant

Fotografia: Patrick Blossier

Montaggio: Ariane Bœglin

Scene: Geoffroy LArcher

Musiche: Philippe Sarde

CURIOSITÀ

La pellicola uscirà nelle sale francesi il 17 e oltre a Philippe Noiret, mostrerà Gigi Proietti nelle vesti del cardinale Mazzarino. Tavernier ne è entusiasta:«È un attore geniale, strabiliante. Sul set dovevo nascondermi per non scoppiare a ridere. Il suo Mazzarino è il migliore nella storia del cinema e mi meraviglia come l'Italia non l'abbia mai valorizzato. È una vergogna». 

intervista a Bertrand Tavernier di Goffredo De Pascale, 04/08/1994 L'Unità

CRITICA

Peccato che nella versione doppiata di Eloise, la figlia di D'Artagnan si perda la voce in presa diretta di Gigi Proietti: nei panni del cardinal Mazzarino, alle prese con le bizze dell'enfant roi Luigi XIV, l'attore si produce in una caratterizzazione farsesca d'alta classe animata da un francese maccheronico che lascia spazio ogni tanto all'invettiva romanesca. Alia faccia di chi, negli anni ha continuato a sostenere che al cinema Proietti non funziona, perché non «buca» lo schermo. Basterebbe il modo incui porge la battuta sull'editto di Nantes per riconsiderare le potenziaiità cinematografiche del «maresciallo Rocca», del resto apprezzate da Altman che lo volle nel suo Un matrimonio; ma e spassoso anche I'esercizio trasformistico con il quale il cardinale rinuncia al trattato con Cromwell in favore di un patto con la corona spagnola. Ha impiegato due anni a uscire in Italia questo film «di cappa e spada»  che porta la firma prestigiosa di Bertrand Tavernier. Una vacanza d'autore che valse al regista di La morte in diretta qualche frecciata critica, come se confrontarsi con un genere cinematografico per eccellenza (un po' come ha appena fatto il nostro Pupi Avati con L'arcano incantatore) significasse abdicare al iinguaggio «alto» praticato nei film precedenti. In realtà, La figlia di D 'Artagnan doveva essere diretto dal nostra Riccardo Freda, ma a una settimana dalI'inizio delle riprese I'ottantacinquenne regista del Cavaliere misterioso fu sostanzialmente liquidatodal produttore Fred Bourbolon: pare che Sophie Marceau non si prendesse proprio con il cineasta italiano, a sua volta sfavorito dall'età avanzata e dal noto caratteraccio. Risultato: Tavernier prese in extremis la regia per salvare il progetto, ereditando lo spirito divertente, drôle et cocasse, caro a Freda ma trapuntandolo con un mix di ironia e nostalgia, tra Robin e Marian di Lester e Vita privata di Sherlock Holmes di Wilder. In effetti, pur con qualche lungaggine ingiustificata, Eloise, la figlia di D 'Artagnan (chissà perché il manifesto punta sul nome dell'eroina relegando a caratteri minuscoli il resto) ritrova con una certa leggerezza lo spirito di Dumas mancato dalla Regina Margot, al punto che anche anche un critico come Michel Ciment ha elogiato questa variazione senile dei Tre moschettieri cucita addosso a una grintosa Sophie Marceau che cavalca, maneggia la spada e mostra il seno. È lei l'indomita figlia di un D'Artagnan ormai intristito e demotivato impegnata a sventare un complotto ordito da un nobile per uccidere il futuro Re Sole. Nel prendere in mano la materia romanzesca con lo sceneggiatore Michel Leviant, Tavernier resuscita un genere dato per morto e sepolto intessendo il versante atletico d'azione di citazioni burlesche e ironie crepuscolari. Se I tre moschettieri  recentemente prodotto dalla Disney spingeva la vicenda sui binari di un'energia giovanilistica adatta al pubblico statunitense, Eloise, la figlia di D'Artagnan bordeggia la parodia senza caderci dentro. Lo spunto è spiritosamente fornito da un doppio equivoco che si trasforma in verità strada facendo: accade infatti che un innocente biglietto d'amore e un noioso elenco di biancheria siano presi per due messaggi in codice riguardanti il misterioso complotto. Hai voglia a decodificarli! Ma dalla nebbia dei segnali emerge un piano minaccioso che naturalmente sarà sventao in leggerezza dagli invecchiati moschettieri del re: i quattro canonici più la giovane spadaccina aggiunta. Ambientato nella Francia del 1654 ricostruita nelle campagne portoghesi, il film comincia molto all'americana, con la disperata corsa nel bosco di uno schiavo nero inseguito dai cavalieri della perfida Dama Rossa: naturalmente, il fuggiasco si rifugia proprio nel convento dove la fiera Eloise sta compiendo il suo noviziato. Ma non è donna di preghiera la figlia dell'eroico D'Artagnan, e il resto viene da solo. II gioco e scoperto ma non gratuito, e gli imparruccati interpreti, da Philippe Noiret - D'Artagan a Sami Frey - Aramis, si intonano al clima generale con l'aria di divertirsi a tirar di spada, rosicchiare cosciotti e cavalcare alia maniera dei vecchi film d'avventura. Ricordate? «Tutti per uno, uno per tutti!».

Michele Anselmi 20/04/1996 L'Unità