L'Urlo

“…Chi conosce i precedenti film di Tinto Brass sa bene che la sua vocazione è soprattutto clowhnesca, benché più con un sottofondo ilare che amarognolo. Mai che nell’Urlo essa ha però avuto modo di esprimersi in tutta la sua pienezza scenografica e ritmica e di assorbire ogni scoria ideologica nelle sorprese d’una invenzione guidata soltanto dall’estro giocoso. L’Urlo è un miniera di immagini, e di suoni scavata in un vertiginoso disordine da un Brass in gran vena, scatenato nel surreale, frustrato dalla gioia dell’assurdo, fornito d’una abilità tecnica e d’una forza provocatrice che fondono i più vari echi stilistici - da Petrolini a Fellini, da Godard a Buñuel, da Lester a Carmelo Bene - in un torrente fantastico e lo precipitano nell’alveo del grande scherzo con costante eleganza formale e raro fervore recitativo (accanto a Tina Aumont, e Nino Segurini, a Tino Scotti qui esplode un bravissimo Luigi Proietti).”

Giovanni Grazzini, 30/06/1970 Il Corriere della Sera