Cinema

La Tosca

DETTAGLIO

Anno: 1973
Titolo: La Tosca
Ruolo: Mario Cavaradossi
Data di uscita: 24/03/1973
Produzione: Franco Committeri, Ugo Tucci

CAST ARTISTICO

Monica Vitti
Luigi Proietti
Vittorio Gassman
Umberto Orsini
Gianni Bonagura
Fiorenzo Fiorentini
Aldo Fabrizi
Marisa Fabbri
Ninetto Davoli
Alvaro Vitali
Goffredo Pistoni

CAST TECNICO

Regia: Luigi Magni

Soggetto: Luigi Magni dal dramma di Victorien Sardou

Sceneggiatura: Luigi Magni

Fotografia: Franco Di Giacomo

Montaggio: Ruggero Mastroianni

Scene: Lucia Mirisola

Costumi: Lucia Mirisola

Musiche: Armando Trovajoli

Produttore: Franco Committeri, Ugo Tucci

CRITICA
La Tosca cinematografica di Luigi Magni non ha molto a spartire col dramma dl Sardou, dal quale pure deriva liberamente 11 tralicclo del racconto, e niente con l'opera dlPuccini. L'occasione servevpiuttosto al regista per dipingere, come già in Nell'annovdel Signore, un ritratto dellaRoma papalina, oppressiva e gaudente, bigotta e feroce, eper proiettarne l'inquietante riflesso nell'attualità.E' il 14 giugno 1800, il giorno della battaglia di Marengo, che vide Napoleone sbaragliare le forze della reazione europea. Mario Cavaradossi, pittore educato a Parigi, ma che lavora per laChiesa romana, dà asilo al rivoluzionario Cesare Angelotti, fuggito da Castel Sant'Angelo. Arrestato (nonostante il sacrificio di Angelottl, che si consegna agli sbirri dopo essersi mortalmente avvelenato), lo aspetta la fucilazione. La sua bella amante, Floria Tosca, cede In parte alle turpi voglie del capo della polizia, il barone Scarpia, ottenendone l'assicurazione che le armi destinate a uccidere Mario saranno, invece, caricate a salve. SI tratta, però,. di un inganno: Mario verra crivellato di colpi.Tosca si toglie la vita, ma intanto ha già fatto vendetta, pugnalando a morte Scarpia. Magni dipana la narrazione sulle cadenze d'una commedia, che di quando in quando, per via dell'amabile e anche pungente partitura di Armando Trovajoli, attraversa i confini del musical, ma musical d'uno stampo tutto nostrano (si pensi a Rugantino): il romanesco tiene il campo, con moderazione, mescolandosi ad altri dialetti, sullo sfondo d'una «lingua»burocratica, ufficiale, mentre la prosa cede talora il passo ai versi o s'ironizza, più che sublimarsi, nel canto. La satira prevale, comunque, sulla tragedia, secondo la vena e anche l'intenzione dell'autore; cui non preme tanto sottolineare il sanguinoso esito della storia, quanto sbeffeggiare le autorità di un tempo(ma solo di un tempo?) e illuminare l'aurorale coscienza di Mario e di Tosca; costei, qui, ammazza Scarpia in un sussulto di solidarietà verso la causa giacobina, più che per una semplice rivalsa«privata», mentre il pittore devoto all'arte scopre, nei colloqui con Angelotti, che vi sono « altri doveri »...Tutto ciò è detto, certo, con leggerezza di tocco, senza pretendere alia trasmissione di messaggi troppo impegnativi, ma raccordando la vicenda lontana al presente, e spesso in modo efficace. L'apparato spettacolare (ricordiamo, tra i collaboratori di Magni, il direttore della fotografia a colorl Franco Di Giacomo, lo scenografo Dario Cecchi, la costumista Lucia Mirisola) si sostiene su buoni riferimenti figurativi, in una prevalente tonalità notturna: Caravaggio e i caravaggeschi, Goya (cui rimanda, in particolare, la vigorosa sequenza del coro degli storpi, dei nani, dei minorati). Monica Vitti è Tosca: seducente, spiritosa, anche se la limitatezza delle sue risorse vocali può risaltare, a contrasto con la dichiarata identità del personaggio (che era, non dimentichiamolo, cantante di professione) e con la pienezza di mezzi della quale fa sfoggio Luigi Proietti, che recita e canta ottimamente. Vittorio Gassman disegna da maestro uno Scarpia sadomasochista, megalomane e istrione. Umberto Orsini è un discrete Angelotti, mentre spiccano, nel contorno, le penetranti caratterizzazioni di Aldo Fabrizl. Fiorenzo Fiorentini, Gianni Bonagura, Fredo Pistoni, MarisaFabbri, Ninetto Davoli.
Aggeo Savioli, 24/03/1973 L'Unità