Teatro - interprete
A me gli occhi bis
DETTAGLIO
Anno: 1993Titolo: A me gli occhi bis
Data di debutto: 17/12/1993
Teatro del debutto: Teatro Olimpico
Città del debutto: Roma
CAST ARTISTICO
Gigi Proietti, Enrico Brignano, Tony Allotta, Concetta Ascrizzi, Beatrice Bertini, Roberto D'Alessandro, Alessandra De Pascalis, Annalisa Favetti, Augusto Fornari, Roberta Gargiulo, Massimiliano Giovanetti, Massimiliano Giovannini, Elisabetta La Rosa, Fulvia Lorenzetti, Francesca Nunzi, Claudio Pallottini, Loredana Piedimonte, Crlo Ragone, Marco Simeoli, Gianfranco Teodoro, Roberta Terregna, Riccardo Tuccimei, Anna TuveriCAST TECNICO
Autore: Roberto Lerici, Gigi Magni, Gigi Proietti
Regia: Gigi Proietti
Scene e Costumi: Alida Cappellini & Giovanni Licheri
Musiche: Gianfranco Lombardi, Claudio Mattone
Coreografie: Alicia Bonfiglioli
Disegno luci: Franco Ferrari e Mimmo Lerro
Progetto fonico: Massimo Di Rollo
Collaborazione ai testi: Franco Chirico
Maestra di canto: Donatella Pandimiglio
Regista assistente: Loredana Scaramella
CRITICA
"Un’ovazione più intensa che lunga, come se l’affollata platea che venerdì sera ha riempito l’Olimpico si fosse concentrata per festeggiare Gigi Proietti e i suoi trent’anni di teatro in un unico momento di grande commozione. Del resto avrebbe avuto scarsa forza di fare altro visto che per più di due ore è stata impegnata a ridere senza sosta di fronte a un Proietti scatenato immemore della sua età e pronto a capriolare con l’agilità di un ragazzino da una canzone appassionata e un intricato scioglilingua. Proprio come il genio di Aladdin (al quale Gigi ha «prestato» la multiforme voce) l’attore si muove in una girandola di trasformismi pescando dal suo repertorio vecchi e recenti «cavalli di scena». Un’escursione senza problemi (almeno apparenti) per questo indomito cavaliere del palcoscenico così forbito da non pronunciare parole manche corrette (le poche volte che lo fa spinto dalle necessità di copione le maschera in giochi linguistici, nella fonica distorta). Insomma dimostra semmai c’era bisogno di farlo, che l’arte della comicità non ha bisogno della volgarità per funzionare e tutto sommato nemmeno di aggrapparsi all’attualità. Proietti lo dichiara in apertura che satireggiare sui politici è come sparare sulla Croce Rossa. Come pupazzi flosci sono diventati bersagli inutili i vari Cirino Pomicino, gli Andreotti, i Craxi, «basta leggere il giornale per ridere» dice Gigi… Non ha importanza nemmeno la data dei brani scelti, si passa da Petrolini a un Eduardo «doc» (quello del «sorso di vino» unico bis concesso come ciliegina sulla torta), da estratti di A me gli occhi, a Leggero Leggero. Un carrellata nel tempo e nei vari generi in cui Proietti non si preoccupa della novità dei contenuti quanto della raffinatezza della forma. E su quella, sulla sua capacità d’istrione, di improvvisarsi sempre diverso sa da sé, egli non ha rivali…”
Rossella Battisti 19/12/1993 L’Unità