Teatro - interprete

Can Can degli italiani

DETTAGLIO

Anno: 1963
Titolo: Can Can degli italiani
Data di debutto: 17/12/1963
Teatro del debutto: Teatro Arlecchino
Città del debutto: Roma

CAST ARTISTICO

Vittoria Dal Verme, Sandro Massimini, Gloria Hendy, Pier Luigi Merlini, Franca Mazzola, Gigi Proietti

CAST TECNICO

Autore: Silvano Ambrogi, Sandro Bajini, Luciano Bianciardi, Giancarlo Cobelli, Fernando Di Leo, Umberto Eco, Ennio Flaiano, Gigi Malerba, Ercole Patti, Mario Pogliotti, Rocco Scotellaro, Saverio Vollaro, Enrico Vaime

Regia: Giancarlo Cobelli e Maria Monti

Scene: Alberto Sartoris

Musiche: Fiorenzo Carpi, Franco Nebbia, Bruno Nicolai, Piero Piccioni, Mario Pogliotti, Gigi Proietti, Silvano Spadaccino, Guido Turchi, Piero Umiliani

CURIOSITÀ

Spettacolo che segna il debutto sulle scene del giovanissimo Gigi Proietti. Cobelli era stato suo maestro di mimo al CUT (Centro Universitario Teatrale) e riconoscendone subito il grande talento, lo volle con sé in questo spettacolo di “cabaret all’italiana”, nel quale Gigi oltre a recitare musicò una canzone di Ennio Flaiano “Oh Com’è bello sentirsi”. A questo proposito Gigi ha dichiarato: "

Lo contattammo (Flaiano n.d.r.) all’ultimo istante per Can can degli italiani. “Hai qualcosa di pronto?”. “Niente, se si escludono pochi epigrammi, ma sarebbero da musicare e voi avete le ore contate”. Presi “Oh com’è bello sentirsi” e petto a terra, mi misi all’opera. Lo musicai in mezz’ora. Can can fu la mia “pietra emiliana”, come disse un grande produttore a una diva (ride).

Proietti:”Chi non sa ridere mi insospettisce” - di M. Pagani e M. Travaglio - Il Fatto Quotidiano 13/8/2013

CRITICA

“Il secondo tempo vive quasi interamente sulle canzoni di Maria Monti, ancora una volta straordinaria dicitrice, e sulle irruzioni di Cobelli, che alla maniera d’una vorticosa girandola balza da un ruolo ad un altro, con una foga che riempie l’intera luce del palcoscenico trascinandosi dietro pure gli altri attori (tutti bravissimi, per la verità, a cominciare dall’eclettico e sorprendente Gigi Proietti…) (G.A. Cibotto “Il Giornale D’Italia” 20/12/1963)