La Commedia di Gaetanaccio
DETTAGLIO
Anno: 1978Titolo: La Commedia di Gaetanaccio
Ruolo: Gaetanaccio
Data di debutto: 02/11/1978
Teatro del debutto: Teatro Brancaccio
Città del debutto: Roma
CAST ARTISTICO
Luigi Proietti, Luisa De Santis, Daria Nicolodi, Sandro Merli, Enrico Capoleoni, Lombardo Fornara, Nino Bignamini, Riccardo Billi, Raffaele Arzilli, Alessandro Molinari, Giancarlo Santelli, Giorgio Bettinelli, Angiolina Campanelli, Gianna Carlotta, Carmela D'Amelio, Angelo Giordano, Gianni Mauro, Elga Pellegri, Mariano Perrella, Annarita Pirastu, Enzo Polito, Aldo TamburelliCAST TECNICO
Autore: Luigi Magni
Regia: Luigi Proietti
Musiche: Piero Pintucci, Luigi Proietti
Scene e Costumi: Bruno Garofalo
“Fu il periodo in cui misi in scena La commedia di Gaetanaccio, scritta da Luigi Magni, nella quale ero protagonista. Fu uno dei primi spettacoli che produssi di persona e, poco prima dell’esordio, alla fine di una lunga giornata di lavoro, confessai le mie preoccupazioni a Luigi.
«Ci serve altro tempo. Non siamo pronti, non possiamo
debuttare.»
«E tu chiedije artri quindici giorni» mi disse, abituato
ai grandi produttori cinematografici.
E io, che avevo finito i soldi, gli risposi: «Ma a chi?».
«Ah, già, nun ce pensavo.»
Non ero più «soltanto» un attore. Non c’era più un impresario a cui chiedere una proroga. O meglio, l’impresario c’era, ma ero sempre io. Avevo responsabilità più grandi e non potevo lasciarmi affossare dalle mie insicurezze. Per ogni giorno di ritardo avrei dovuto coprire
i costi in prima persona, e avrei anche dovuto rimborsare ognuno dei biglietti che avevamo già venduto. Impensabile. La produzione mi era già costata novanta milioni delle vecchie lire, non avevo più un soldo bucato neanche a casa e mi ero indebitato fino al collo con le banche. Feci tornare in fretta tutti al lavoro e, contrariamente ai miei timori, lo spettacolo filò liscio fin dal debutto. Andò al di là delle più rosee aspettative. Furono tutti perfetti. Il pubblico era soddisfatto.”
Gigi Proietti, Tutto Sommato qualcosa mi ricordo, Rizzoli 2013
“…Proietti, che è anche regista dello spettacolo, si conferma, come interprete, quel fenomeno di duttilità istrionica, quel concentrato di mobilità espressiva, servito da uno straordinario apparato vocale e mimico, che conosciamo. Quante voci ha a propria disposizione Proietti? Una per il canto, una per la recitazione, una per ogni diverso tipo di fonema, dal più sofisticato al più plateale. E quanti atteggiamenti del volto può assumere, simili a maschere differenti? Forse, qui si spende un po’ troppo, non si dosa, si scopre; e qui sta forse il suo errore come regista, un errore di misura, perché questo non è una serie di veloci flashes interpretativi, qui non si può fare l’one man show…”
Roberto De Monticelli, 3/11/1978 Corriere della Sera
“…Resta l'interpretazione, assai notevole, di Proietti, che dà fondo alla sua attrezzeria di attore: canta con freschezza, profonde la sua mimica da burattino animato, gioca con una voce a pieno registro: il tutto con un perfetto senso del tempo teatrale. Da lodare anche l'intelligenza e l'affiatamento dei compagni: Luisa De Santis, un'irruente Nina, Daria Nicolodi, che è una Morte atrocemente suggestiva; quel trucibaldo governatore di Sandro Merli; Riccardo Billi (bentornato) che è un bilioso Papa Leone…”
Guido Davico Bonino, 3/11/1978 La Stampa
“…Il maggior pregio della commedia, naturalmente tutta da ridere, è la presenza (bene evidenziata anche dalle scene di Bruno Garofalo) di una Roma torva e sinistra, piena di agguati notturni, di assassini buttati a fiume, di ferocia del potere insomma. E qui riconosciamo il Magni dei migliori papalini, collocati in un contesto allegro ma crudelissimo. Al risvolto nero del racconto è addirittura un «di più» la presenza convenzionale della Morte, incarnata da una bella e pallida signora in gramaglie (Daria Nicolodi). Inutile dire che l’intero spettacolo ruota attorno a Luigi Proietti, bravissimo e scatenato come sempre, abile rielaboratole di ogni linguaggio comico nato da queste parti (nel suo stile, sprazzi Petrolini, Fabrizi, Gassman, Manfredi) a maggiore spasso d’un pubblico tutto risate ed applausi… Ci sono belle canzoni (assai piacevole quella che si chiede perché il papato abbia scelto proprio Roma a sua sede) e musiche a non finire. Un successo che preannuncia lunghe e affollate repliche.”
Ghigo De Chiara, 3/11/1978, L’Avanti