Teatro - interprete

Laudes Creaturarum

DETTAGLIO

Anno: 1983
Titolo: Laudes Creaturarum
Ruolo: voce recitante
Data di debutto: 17/06/1983
Teatro del debutto: Infermeria dell'Abbazia
Città del debutto: Fossanova

CAST ARTISTICO

Luigi Proietti

CAST TECNICO

Autore: S. Francesco D'Assisi

Musiche: Goffredo Petrassi

CURIOSITÀ

Quella volta faceva la voce recitante nel «Cantico delle creature» con la musica di Goffredo Petrassi nell’Abbazia di Fossanova. «Una roba concettuale sulle note di un musicista molto impegnato, ma che certo non è un compositore di canzonette - racconta Gigi Proietti - dopo la mia suite davanti a un pubblico sceltissimo, esco fuori a fumare una sigaretta e nel buio mi sento chiamare: “pss... pss... Proietti!”. Scorgo due tizi che si avvicinano: un ambulante che vendeva bibite fuori dall’Abbazia e un posteggiatore. Credendo che avessero visto la mia performance, chiesi loro se era piaciuta. Uno dei due mi punta il dito contro intimandomi perentorio: “Mai più, eh? Mai più!”. E l’altro aggiunge: “Lasciali perde’ ‘sti fiji de ‘na mignotta: te rovinano!”. Non era piaciuta»

Intervista di Emilia Costantini, 5/08/2016, Il Corriere della sera

CRITICA
“Piuttosto emozionato, Proietti rende più eccitante con
la sua presenza una serata di musica contemporanea, addirittura
quella inaugurale del «Festival Pontino '83», che si svolge nella «infermeria» dell’ Abbazia, antica rocca della Sapienza medievale, abitata anche da S Tommaso d'Aquino, e ora mandata avanti in tutto da
cinque frati, che sono poi venuti in prima fila ad ascoltare il «Cantico delle creature» di S. Francesco, messo in musica da Goffredo Patrassi. Il rispetto per questo antico e glorioso testo poetico ha spinto Petrassi a sistemare le cose in modo che una voce reciti le lodi al creato,
avvolta dal suono di sei strumenti: tre clarinetti, due tromboni, un violoncello. E questa l'ultima composizione di Petrassi, ed è detta dall'autore un «obolo francescano», per l’ottavo centenario della nascita del santo (1182-1226). Luigi Proietti è emozionato e sorpreso per essere stato prescelto a recitare quel testo. «E’ stato Petrassi che me lo ha chiesto — dice — e non pensavo mai che io e la mia attività potessero interessarlo e piacergli: Il fatto che le parole in antico italiano siano avviate e concluse da orazioni in latino invece non lo preoccupa di meno. «Sai — spiega — alla maturità, in latino, ho preso 9, e adesso, dopo 25 anni, il diploma devo averlo preso verso il 1958, è un colpo tornare alle origini». Proietti ha in mano la partitura, si è segnato tutto: le pause e i momenti di incontro con gli strumenti, e si ripassa la lettura
a voce sommessa, batte il tempo con la mano. Più tardi, quando attacca davvero, Proietti dà al testo di S. Francesco una nobiltà popolare e una straordinaria forza e convinzione a quelle parole che riscoprono i nuovi valori umani, fino ad allora (nelle storia del
Medioevo) ignorati. Ed anche Petrassi compie, nella ricerca della nuova musica, questa operazione di riscoperta di umanità, per cui la voce
sembra mettere ordine in un caos di suoni, quando si levano le lodi al fratello Sole e alla sorella Luna, alle stelle e al vento, al frate fuoco e alla sorella acqua, alla sorella Terra e alla sorella Morte. Si avverte un brivido
nella sala, quando alla fine le parole poggiano su un soffio senza suono, mentre Proietti mormora l'ultima orazione in latino…”
Ernesto Valente 18/6/1983 L’Unità