Teatro - interprete
Le regioni degli altri
DETTAGLIO
Anno: 1997Titolo: Le regioni degli altri
Data di debutto: 05/09/1997
Teatro del debutto: Teatro Romano
Città del debutto: Benevento
CAST ARTISTICO
Gigi Proietti, Massimiliano Giovanetti, Marco SimeoliCAST TECNICO
Autore: Gigi Proietti
Regia: Gigi Proietti
da testi di: Belli, Porta, Goldoni
CRITICA
“Teatro Romano stracolmo, gremito all’inverosimile (in evidenza, tra gli spettatori, notabili nazionali e locali), per la serata inaugurale di Benevento Città Spettacolo, diciottesima edizione. Padrone assoluto della scena, affiancato da un pario di molto defilati comprimari e accompagnato, all’occasione da otto strumentisti, Gigi Proietti, col suo nuovo recital, «Le regioni degli altri».La cosa più nuova, veramente, è il titolo: che, al di là della scherzosa assonanza pirandelliana, evoca temi e problemi di attualità: le realtà regionali, le loro diverse identità linguistiche, culturali, sociali. Alla propria maniera, il popolare attore dice la sua sull’argomento: semplificando, da un lato irride, con affettuosa cattiveria, a certe «calate» vernacolari che, dalle cattedre dei professori riversandosi nelle orecchie degli studenti, erano (e forse sono) capaci di distruggere il bell’italiano dei nostri più famosi Poeti; per altro verso, esalta le qualità espressive dei vari dialetti, da lui ben padroneggiati. E lo fa non solo citando i massimi esponenti di quella eletta schiera, come il milanese Carlo Porta, il romano Giuseppe Gioachino Belli (dei quali si mettono a confronto le strepitose composizioni dedicate agli attributi virili); ma anche, addirittura, offrendo un ventaglio di declinazioni dialettali dei versi che aprono il sommo Poema di nostra lingua, la Commedia dantesca.Per il resto, e divagando alquanto, Proietti pesca a piene mani dal suo collaudato repertorio, sì da fornire un’ennesima dimostrazione del suo talento vocale e canoro, mimico e gestuale. E, se allude con pacata ironia al nostro futuro ingresso in Europa, i motivi che intona provengono, in larga maggioranza, d’oltre oceano, Stati Uniti (con specifici omaggi a Frank Sinatra e Nat King Cole) e America Latina (ma qui prevale l’accento parodistico).Le puntate polemiche dirette sono scarse, comunque: certo, allorquando, trasformatosi a vista in un cadente vecchietto,c he impasta le favole più disparate, Proietti s’imbatte nella storia degli Stivali dalle Sette Leghe, inevitabile gli nasce sulle labbra la battura: di Lega ne basta una.Ma a noi sono piaciuti, in particolare, alcuni tratti più delicati della rappresentazione, come la recita, a lume di candela, d’una garbata poesiola di Petrolini.È fenomeno da studiare, il consenso entusiastico che questo artista del Centro (geograficamente parlando) ottiene dal Nord al Sud del Paese. Il pubblico di Benevento, l’altra sera, sembrava formare, esso pure, una sorta di sterminata Compagnia, graduando gli stessi applausi, in intensità e in misura, come secondo un armonioso disegno registico…”
Aggeo Savioli, 07/09/1997 L'Unità