Teatro - interprete

Stanno suonando la nostra canzone

DETTAGLIO

Anno: 1981
Titolo: Stanno suonando la nostra canzone
Ruolo: Vernon Gersh
Data di debutto: 11/11/1981
Teatro del debutto: Teatro Nuovo
Città del debutto: Milano

CAST ARTISTICO

Luigi Proietti, Loretta Goggi, Mariano Brancaccio, Christine Kenneally, Fabrizia Magaglio, Viviana Meda, Luca Nannini, Marco Paolantoni

CAST TECNICO

Autore: Neil Simon

Regia: Luigi Proietti

Scene: Douglas W. Schmidt

Costumi: Gianna Sgarbossa

Musiche: Marvin Hamlisch

Parole: Carole Bayer Sager

Versione italiana: Roberto Lerici

Orchestrazioni: Ralph Burns, Richard Hazard, Gene Page

Realizzazione italiana musiche: Renato Serio

Versione italiana parole canzoni: Carla Vistarini

CRITICA

“…Tutto, comunque, si risolve soprattutto in un gran gioco d’attori… Proietti, palesemente preoccupato anche del funzionamento dell’insieme, e per la prima volta alle prese, come ha sottolineato lui stesso, con una parte non «mattatoriale», sembrava a tratti voler cedere alla tentazione di un lieve «understatement», ma è solo un piccolo vezzo: in realtà dà spessore di protagonista a un personaggio nato un po’ controluce, e nel secondo tempo vien fuori alla grande con alcune delle sue irresistibili invenzioni mimiche e vocali. Successo trionfale, all’anteprima, con una decina di minuti di chiamate e applausi”.

Renato Palazzi, 12/11/1981 Corriere della Sera

“…Ma a ripagare in qualche modo i delusi, provvedono i due protagonisti: un Luigi Proietti (anche regista) che adorna il personaggio del compositore con tutti i possibili complessi delrepertorio freudiano (e lo fa con molta simpatia, con molta abilità comica, appoggiandosi, fin troppo, a smarriti ghigni petrolineschi) e una Loretta Goggi che tutto sa fare (e bene) con una nitida professionalità che ci ricorda Delia Scala…”

Ghigo De Chiara, 21/12/1981 L’Avanti

“…La regia, invece, è dello stesso Proietti e vuole, ci sembra, mettere in risalto le singole qualità dei due interpreti, risvoltare la vicenda un po' caramellosa in ironia: e, senza peccare di esagerazione, vorremmo

dirvi di stare «attenti a quei due», perché qui, in embrione, ci sembra si stia delineando la nuova coppia di successo del teatro leggero italiano… Proietti, dal canto suo, non è certo una sorpresa: anche nel personaggio di Vernon riesce a inserire la sua prediletta vena ironica, facendo sfoggio di una sicurezza interpretativa veramente ragguardevole. E poi: che voce quando canta, che presenza catalizzatrice in scena. Si, lo so: a questo punto dovrei lamentarmi perché un attore del suo livello si è buttato fra le braccia del cosiddetto teatro leggero. Dovrei, è vero: ma come si fa?”.

Maria Grazia Gregori 12/11/1981 L’Unità

“…Dei due (siamo franchi) chi «sta più nella parte», come si diceva un avolta, è la scatenata Loretta, perché il ruolo di questa esordiente nella disco-music, dallo spasmodico scilinguagnolo, dalla passionalità a rompicollo, sembrerebbe che il signor Simon l’abbia ideato proprio per lei, a misura di donna. Gigi, al contrario, non proprio fratello di latte di. Questo compositore aggrovigliato, incerto narcisista, laiche ama maramaldeggiare, abbozzando alla brava personaggi di roboante vitalizio. Ma poi, da quell’attore che sappiamo al suo Vernon prende lentamente le misure, se lo forgia a proprio uso e consumo, ci immette una robusta autoironia, lo butta sul buffonesco-patetico; e, alla fine, ha rimontato sulla «partner», e con lei sul filo di lana, con un colpo di reni la sorpassa, e le ruba un più grosso mannello di applausi”.

Guido Davico Bonino 14/11/1981 La Stampa