Teatro - interprete

True West

DETTAGLIO

Anno: 1984
Titolo: True West
Data di debutto: 03/12/1984
Teatro del debutto: Piccolo Eliseo
Città del debutto: Roma

CAST ARTISTICO

Gigi Proietti

CAST TECNICO

Autore: Sam Shepard

CRITICA
“…Del doppio registro, tematico e stilistico, di True West, Proietti ha offerto una magistrale illustrazione, dando voce ai quattro personaggi (e soprattutto al due principali) con quel tanto, e non più, di differenziazione vocale e gestuale che servisse a individuarli.
E descrivendo il luogo dell’azione, attraverso le minuziose didascalie di Shepard, con tanta incisività, che veramente una sedia, un tavolino, una candela accesa di quando in quando, una bottiglia d'acqua
minerale, un bicchiere, il copione via via sfogliato, un parco dosaggio di luci potevano bastare e avanzare, perché il fantasma del teatro prendesse corpo, ancora una volta. Avvinta per un'ora e tre quarti, senza interruzione, dalla «lettura» (o vogliamo pur dire dallo «spettacolo»?) l'affollata platea è esplosa, alla fine, in un fragoroso prolungato applauso.”
Aggeo Savioli 5/12/1984 L’Unità

“L’altra sera, al Piccolo Eliseo, inaugurando un ciclo di letture-spettacolo, che ha per titolo «Il testo fa testo», per le cure di Rodolfo Di Giammarco e Luciano Meldolesi, Gigi Proietti a letto di Shepard il successo più successo che lo scrittore abbia ultimamente raccolto, Vero West (1980). Quattro personaggi, due controluce, una candela, una bottiglia d’acqua minerale, altri quattro proiettori in faccia che modulavano alba pomeriggio e mezzogiorno. Proietti ha fatto tutto da solo e se l’è cavata bene. Ottimo intrattenitore del pubblico, sapeva, con poco, come far arrivare il testo in platea e far scattare alcune gags che lo costellano.”
Emilia Costantini 5/12/1984 Corriere della Sera

“…E Proietti è stato perfetto, a svelare furbamente la sua aria distretta di lettore che per la prima volta, insieme con ipotetici attori e con il pubblico, legge una commedia. un antico trucco che riesce sempre. E un modo di far teatro disinvoltamente, uno dei tanti, uno dei gradevoli uno dei più discretamente accettabili. E non dico dunque della commedia di Shepard, che non c' entra, che è ben scritta e gustosa, buon antico teatro americano correttamente rinnovato, svelto e ben scritto. Se c'è ancora un insolito piacere, in una simile performance, è il giochino di poter chiudere gli occhi e pensare a come sarà la commedia, quando qualcuno la farà, che cosa saranno quelle felci che muoiono alle soglie di un deserto, se sarà davvero ubriaco il fratello, chissà come lo faceva John Belushi, e se quella madre sarà una degna caratterista, o se il regista, quando ci sarà (e quale sarà?) porterà tutto sul terreno di un realismo magico, o di una fantasticheria romantica. Mi par che questo, però, sia davvero il bello del teatro prevedibile: la sua imprevedibilità, la sicurezza di poterci giocare ancora. E Proietti, lo ripeto, è stato bravissimo a proporsi come un interprete che sarà comunque un altro, con un' altra intenzione, una altra faccia, e si toglierà - se fosse lui - la disinvoltura romana che adesso gli va bene, per mettersi improvvisamente a gridare, quando la scena madre lo accenderà.”
Tommaso Chiaretti 6/12/1984 La Repubblica