Teatro - regie

Mezzefigure

DETTAGLIO

Anno: 1996
Titolo: Mezzefigure
Teatro del debutto: Teatro Greco
Città del debutto: Roma

CAST ARTISTICO

Enrico Brignano

CAST TECNICO

Autore: Enrico Brignano

Regia: Gigi Proietti

CRITICA
"Tutto è un po' mezzo nel mondo di questo ragazzotto di periferia: mezzolitro, mezzeidee, mezzaluna, «mezzo a una strada» come si ritrova avendo forato il grande camion, che guidava, incapace di cambiargli la ruota. E anche lui è allora una mezzafigura come quelle dei suoi amici e parenti che via via fa vivere tra il racconto e il ricordo figurato, illustrando al pubblico la propria storia e realtà di ragazzo di borgata. Con la cabina e il dietro del suo camion a far da quinte ai lati del palcoscenico e un guardrail alle spalle, parla parla e dà vita a una serie di personaggi, mentre il suo compagno di cabina, Osvaldo, dorme e quindi lo abbandona, lasciandogli un messaggio (che sarà letto con la voce di Gigi Proietti, che ha prodotto lo spettacolo): «Che te racconti e racconti, non stai in un teatro, ma in mezzo a una strada», lo avverte. Ma per aggiungere a conclusione:«e ora attento al sipario», in un piccolo gioco di coscienza e teatralità che la serata cerca, mettendo insieme appunto il filo conduttore della situazione e il colloquio solitario con Osvaldo. E' un pò poco per disperdere la dimensione da cabaret e da piccole scenette televisive fini a se stesse. Tuttavia, se non si cerca di più, se si vuole solo un'ora e tre quarti di allegria a buon mercato, di sorrisi e risate anche un po' sceme e magari su nulla di nuovo (dal classico «Patè d'animo» alla parodia del film horror), ma ben porto e con un minimo di tocco o invenzione personale, il divertimento è assicurato. Dalla descrizione della borgata, tutta abusiva e lavori in corso, alla vita famigliare davanti alla tv, dal bullo con Golf Gt ai due ragazzotti che «pomiciano» in auto, Enrico Brignano non si risparmia, non perde mai o quasi il ritmo e riesce, con la sua faccia simpatica e forse un po' troppo carina e da bravo ragazzo, a stare nella scia delle macchiette romanesche di un Verdone, più casalingo e dalla mimica meno boriosa, che ha scoperto come le sue «imitazioni» piacciono agli amici e possono essere proposte al pubblico. E la platea del nuovo Teatro Greco, moderno e confortevole come di rado purtroppo accade, gradisce e applaude spesso e calorosamente."
Paolo Petroni 22/10/1996 Il Corriere della Sera