Televisione - sceneggiati & fiction

Il Maresciallo Rocca 4

DETTAGLIO

Anno: 2003
Titolo: Il Maresciallo Rocca 4
Ruolo: Maresciallo Giovanni Rocca
In onda dal: 26/10/2003

CAST ARTISTICO

Gigi Proietti, Veronica Pivetti, Sergio Fiorentini, Mattia Sbragia, Paolo Gasparini, Francesca Rinaldi, Massimiliano Virgili, Maurizio Rapotec, Angelo Sorino, Maurizio Aiello, Roberto Accornero, Daniele Petruccioli, Massimiliano Pazzaglia, Valerio Vinciarelli, Ruben Rigillo, Marco Amati, Gabriele Corsi, Luigi Montini

CAST TECNICO

Regia: Giorgio Capitani, Fabio Jephcott

Soggetto: Laura Toscano, Franco Marotta

Sceneggiatura: Laura Toscano, Franco Marotta

Direttore della fotografia: Luigi Kuveiller

CRITICA
"Cronaca di un successo annunciato. 9 milioni 247 mila spettatori per l'esordio della quarta serie del «Maresciallo Rocca, regista Giorgio Capitani, che opportunamente Raiuno ha aspettato un po' prima di riproporre. Va bene che la ripetizione porta affezione, però bisognava dosare, far desiderare il ritorno di questo «eroe comune», caratteristica principale del carabiniere interpretato da Gigi Proietti. La figura del protagonista è piaciuta fin dalla prima serie, in onda nel '96. Proietti, un gran simpatico, ha interpretato in modo particolarmente felice il suo personaggio, semplice eppure sfaccettato. Con normali difetti e normali pregi, ma destinati a diventare eccezionali nel faticoso dipanarsi di una vita quotidiana «che a volte fa una curva a gomito», come dice Bonolis. Così a Rocca muore l'amata neo moglie Stefania Sandrelli: l'attrice aveva voglia di togliersi dal racconto, tanto valeva farlo con una morte funzionale, una bella tragedia non fa male a nessuna fiction. Rocca piace perché è coerente, impetuoso, affabile. Onesto, non mente mai, gli si può credere sulla parola, nel lavoro e nella vita privata. Di fronte alle decisioni da prendere, tentenna, umanamente dubita, ma poi sceglie: e quando sceglie una strada non l'abbandona più e la percorre fino in fondo. Dopo la morte della moglie gli era venuto l'uzzolo di trasferirsi: invece non lo fa, resta nella sua cittadina dell'Italia centrale dove continua a svolgere il suo lavoro, mentre il brigadiere Cacciapuoti - Sergio Fiorentini - sta per andare in pensione, sostituito da un giovanotto che usa i file del computer invece delle cartelle dello schedario. Rocca dà sicurezza. E di sicurezza, di affidabilità, hanno bisogno i telespettatori, vittime di un malessere diffuso che pare senza sbocchi, invischiati in una politica cialtrona e incomprensibile. Allora, un paio di sere la settimana, si possono guardare in faccia, almeno sul piccolo schermo, la chiarezza e la coerenza che potrebbero essere e non sono. Anche il nome del maresciallo non è scelto a caso: Rocca, richiamo immediato all'uomo roccioso che il nostro maresciallo fondamentalmente è. Importante inoltre il meccanismo dell'identificazione: il pubblico si può facilmente identificare con il personaggio, tanto eroe quanto comune. Con il suo lato comune è più semplice riconoscersi; l'eroismo è quello che molti si illudono di poter praticare in una prossima vita. Questo «eroe comune» è molto italiano, come italiane sono le situazioni descritte, fin dal luogo delle vicende, questa cittadina non meglio identificata che nella realtà è Viterbo: si perderà il senso dell'esotico, ma si acquista quello del familiare. Bravissimi gli sceneggiatori Laura Toscano e Franco Marotta, buono il cast, scaltro l'arrivo della maestra Veronica Pivetti. Un successo annunciato, dicevamo, per «Rocca», mentre inaspettato è stato l'ottimo risultato della replica «Il racconto del Vajont» di Marco Paolini l'altra sera su Raitre: 2 milioni e 968 mila spettatori nella prima parte, addirittura 3 milioni 532 mila nella seconda."
Alessandra Comazzi, 29/10/2003 La Stampa