Televisione - sceneggiati & fiction

Il Maresciallo Rocca

DETTAGLIO

Anno: 1996
Titolo: Il Maresciallo Rocca
Ruolo: Giovanni Rocca
In onda dal: 16/01/1996

CAST ARTISTICO

Gigi Proietti, Stefania Sandrelli, Sergio Fiorentini, Mattia Sbragia, Roberto Accornero, Maurizio Aiello, Francesco Lodolo, Francesca Rinaldi, Angelo Sorino, Paolo Gasparini, Daniele Petruccioli, Maurizio Rapotec, Ruben Rigillo, Giacomo Piperno, Anita Zagaria, Enrico Brignano

CAST TECNICO

Regia: Giorgio Capitani, Lodovico Gasparini

Soggetto: Laura Toscano, Franco Marotta

Sceneggiatura: Laura Toscano, Franco Marotta

Direttore della fotografia: Luigi Kuveiller

Scene: Giantito Burchiellaro, Pasquale Germano

Costumi: Marina Maruccia

Musiche: Maurizio e Guido De Angelis

CURIOSITÀ
"Chiude con un record storico per la fiction la serie del ' Maresciallo Rocca' interpretata da Gigi Proietti. Martedì sera l' ultimo episodio è stato seguito da una media di 15 milioni 585 mila telespettatori con uno share del 50.27 per cento: quasi il doppio del totale delle tre reti Mediaset. Le punte d' ascolto sono state raggiunte nel finale del film tv, in attesa del fidanzamento di Rocca con Margherita (Stefania Sandrelli): la sparatoria nel campeggio è stata vista infatti da oltre 17 milioni e mezzo di telespettatori con uno share del 58.69 cento. Con questi risultati il «Maresciallo Rocca» si conferma come la fiction più amata dagli italiani e con il maggiore ascolto degli anni ' 90. Complessivamente, nel prime time, le tre reti Rai sono state seguite da 19 milioni 922 mila telespettatori con uno share del 65.10 per cento contro i 9 milioni 309 mila telespettatori e uno share del 30.43 per cento delle tre reti Mediaset."
La Repubblica, 14/03/1996
CRITICA
"Nel trionfo finale, nell'empireo dei quasi sedici milioni di telespettatori, si sono dunque concluse l'altra sera su Raidue le avventure del «Maresciallo Rocca», uno dei maggiori successi della televisione italiana ai tempi della concorrenza. Concluse per modo di dire: già si annunciano nuove storie, sempre agganciate a problemi reali della società italiana. Gigi Proietti è finalmente riuscito a diventare un vero divo della tv, lanciato da continui spot autopromozionali della rete e del Tg2 («Adesso arriva il Maresciallo, guardatelo»), ed esaltato pure dalle polemiche di «Striscia la notizia», la quale si è particolarmente accanita contro l'attore, forse perché aveva saputo tenere bene testa al primo «assalto» di Stefano Salvi... In una televisione senza novità, è subito piaciuta la figura del protagonista: Gigi Proietti, un gran simpatico, ha interpretato in modo particolarmente felice il ruolo del maresciallo, personaggio semplice eppure sfaccettato. Con normali difetti e normali pregi, destinati a diventare eccezionali nel faticoso dipanarsi della vita quotidiana. Rocca è coerente, impetuoso, affidabile. Onesto, non mente mai, gli si può credere sulla parola, sul lavoro e nella vita privata. Se ha qualche tentennamento, poi sceglie: e quando sceglie una strada, la percorre e non l'abbandona più. Dà sicurezza. E di sicurezza, di affidabilità hanno evidentemente bisogno gli italiani, vittime di un malessere diffuso e che non riesce a trovare sbocchi, invischiati in una politica sempre più cialtrona, presto impegnati in elezioni senza fiducia e senza chiarezza. E allora, il martedì sera, tanto vale guardarla in faccia, la chiarezza e la coerenza che potrebbero essere e non sono. Anche il nome non è stato scelto a caso, Rocca, una rocca per l'appunto, l'evocazione immediata dell'uomo roccioso che il nostro carabiniere è. Poi la possibilità fornita al pubblico di identificarsi con il personaggio, tanto eroe quanto comune: con il suo lato comune è più facile riconoscersi; l'eroismo è quello che molti si illudono di poter praticare, nella stessa situazione, in una prossima vita. L'«eroe comune» è finalmente italiano, e non più un tenente della polizia americana, un agente dell'Fbi o un ispettore tedesco. Anche le situazioni sono italiane, riconoscibili, domestiche: si perderà il senso dell'esotico, ma si acquista quello del familiare. La ricostruzione dell'ambiente in cui lavorano i carabinieri è perfetta, i telefilm sono stati realizzati con dovizia di mezzi, e non con il solito stile da sit-com fatta in casa. Di «Piovre» ne abbiamo avute sette, vedremo quando si fermerà il maresciallo. La sceneggiatura (di Toscano e Marotta) è accurata e scaltra, gli interpreti sanno recitare tutti, non soltanto Proietti, la regia (di Giorgio Capitani e Ludovico Gasparini) ha ritmo. Per il gran finale, un bandito evaso, uno psicopatico molto intelligente che riteneva Rocca responsabile del suicidio del fratello, vuole vendicarsi, colpendo il maresciallo in ciò che ha di più caro: i figli, la fidanzata Sandrelli, ma soprattutto la sua onestà, la sua coerenza, la sua credibilità. Cerca di incastrarlo, e riesce a far nascere il sospetto. Ma la verità trionfa."
Alessandra Comazzi, 14/03/1996 La Stampa

Quasi 16 milioni di telespettatori, uno su due per «Rocca».
L'ultima avventura del «Maresciallo Rocca» è stata seguita l'altra sera da una platea immensa: 15 milioni 585 mila telespettatori con uno share pari al 50,27%. Un record assoluto nella storia della fiction Anni 90.I picchi d'ascolto sono stati raggiunti nel finale: in coincidenza con il fidanzamento del protagonista con Margherita (Stefania Sandrelli) e durante la scena della sparatoria nel campeggio (17 milioni e mezzo con share del 58,69%). Gigi Proietti, che ieri è volato a Bari per tenere a battesimo, da direttore, una nuova compagnia teatrale (composta da Nini Salerno, Sandra Collodel e Corrado Tedeschi) non ha quasi più parole per commentare l'enorme successo. Parla di «felicità totale» e dice che il suo ritorno nei panni dell'amato Maresciallo è ormai un «dovere» nei confronti del pubblico. «La gente - racconta l'attore - mi ferma per strada e mi chiede perentoriamente quando tornerò. Vuole sapere la data della messa in onda e io comincio a sentirmi quasi obbligato a non deluderla». Nel frattempo Proietti ripensa al cinema, vecchio amore che non gli ha mai dato le giuste soddisfazioni: «Sarà la mia seconda rivincita. Per molto tempo ho pensato di non essere adatto né alla fiction, né al cinema. Ora il "Maresciallo Rocca" mi ha fatto ricredere: sfatato il primo tabù, voglio cimentarmi sul secondo. Ho un paio di soggetti che mi piacerebbe portare nelle sale. Uno mi sta a cuore particolarmente: si tratta di una commedia con venature malinconiche, una storia tutta ambientata nella mia città, Roma, che sarebbe in qualche modo co-protagonista». Ma prima del cinema c'è sempre il palcoscenico: «Vivo per il teatro, tutto il resto è un di più. Un bel di più, ultimamente...». Proietti ha intenzione di festeggiare a maggio il ventennale di «A me gli occhi» e intanto prepara le videocassette di 20 anni di carriera: «Rifarò apposta vari brani di miei spettacoli teatrali; insieme con i telegiornali d'epoca e altri documenti, le videocassette saranno un modo per raccontare il nostro Paese, un po' come fece Sordi con «Storia di un italiano»."
F.C., 14/03/1996, La Stampa