Televisione - sceneggiati & fiction

Un figlio a metà

DETTAGLIO

Anno: 1992
Titolo: Un figlio a metà
Ruolo: Sandro
In onda dal: 15/12/1992

CAST ARTISTICO

Gigi Proietti, Andrea Giordana, Bettina Giovannini, Kathy Connelly, Alessandra Casella, Carlo Valli, Matteo Bellina

CAST TECNICO

Regia: Giorgio Capitani

Soggetto: Maurizio Lucidi

Sceneggiatura: Giorgio Mariuzzo, Enrico Vaime, Giorgio Capitani

Scene: Alida Cappellini e Giovanni Licheri

Costumi: Antonella Berardi, Bettina Bimbi

Musiche: Claudio Mattone, Franco Micalizzi

CRITICA
"Gigi Proietti, il gran simpatico: è ritornato sul video in uno di quei ruoli perfetti per lui. «Un figlio a metà» si intitola lo sceneggiato di Raidue che, cominciato martedì, si concluderà stasera. Ancora una volta è la storia di un bambino conteso fra due genitori separati: ma diciamo subito che la storia è bella, tesa, più originale del solito, ben raccontata. Premiata anche dalla famosissima audience (otto milioni di telespettatori). Proietti, doppiatore, vive a Roma con il figlio di nove anni, Luca. La madre, la sua ex moglie risposata in America, se ne è andata tre anni prima perché doveva «trovarsi», doveva realizzarsi nel suo lavoro di attrice. Lui fa al ragazzo da madre e da padre, rinuncia alle occasioni professionali per «tornare a casa e preparare un pasto caldo al figlio», riesce a stabilire col ragazzino un rapporto aperto e allegro. All'improvviso questa madre a lungo latitante ritorna, suona senza preavviso direttamente al citofono della casa dell'ex marito, vuole vedere il suo bambino. Proietti fa qualche resistenza, poi cede, si vedono prima tutti insieme, poi da soli, madre e figlio. E lì, colpo di scena: i due non tornano più a casa, lei rapisce il bambino, lo porta in America, dove la legge è assolutamente protezionistica nei confronti delle madri, che se proprio non sono delinquenti incallite ottengono sempre l'affidamento dei figli. Disperazione del padre che dell'ex moglie non sapeva più nulla, non ha idea di dove trovare il bambino. Ma è il bambino che, sveglio e indipendente com'è, si fa vivo e gli dice di trovarsi a Miami. Piccolo passo avanti. Proietti decide immediatamente di partire, convoca il suo più caro amico (Andrea Giordana), che abita negli States e gli fornisce una base americana e l'occasione per girare tutta una parte del film tra le palme, il sole, la musica latina (e gli avvocati) della Florida. Intendiamoci: non siamo di fronte a un lavoro basilare nella storia della televisione, ma a uno di quei prodotti medi, ben confezionati, ben recitati, piacevoli da seguire, così rari ormai, sul video, e di cui invece si sente molto la mancanza. Perché non si pretende che sia buono tutto quello che passa per il tubo catodico (e dovremmo essere pazzi per pretenderlo, ci sono almeno sette reti che fanno tv 24 ore al giorno); ed è logico pure che, nella marmellata televisiva, ci siano programmi noiosi o fatti apposta per intrattenere senza che uno debba anche stare a sentire. Quello che ormai non esiste più è proprio il programma medio, non troppo stupido e neppure troppo impegnativo. La televisione è sempre più elettrodomestico, e sempre meno spettacolo. Lo sceneggiatore Massimo Vaime Capitani e il regista Giorgio Capitani («Il cane sciolto») hanno invece realizzato con «Un figlio a metà» uno spettacolo vero fatto apposta per il piccolo schermo: con una storia, uno schieramento (si deve stare per forza dalla parte del padre), attori che recitano sul serio, umorismo, qualche lacrima. La banale «fiction» televisiva, così bella quand'è bella."
Alessandra Comazzi, 17/12/1992 La Stampa